desdelalma
quel che mi piace nel tuo volto
è l'apparire
d'un lume ardente in pieno giorno
Paul Eluard
bandoneón
maquina pobre, cielito de nacar
apenas pocas manos
te dan razon de durar
Julio Cortázar
Desdelalma
Piccoli pas de deux e un bandoneòn
Desdelalma
è la mia collezione primaverile di haute couture. Piccoli pas de deux, gioielli di strada, pietre matte, brillanti veri e trouvaille da rigattiere chic che ho creato per il settecentesco Teatro Subasio di Spello, il più piccolo teatro all'italiana del mondo. Il tango di Desdelalma è per una volta dolce ed elegante, senza drammi esibiti, senza esasperazioni, direi addirittura sereno. Anche le musiche rispondono alla medesima visione, con i raffinatissimi arrangiamenti di Maximo Mori interpretati da quel grande poeta del bandoneón che è César Stroscio, cinquanta anni passati con il fueye sulle ginocchia. Se dovessi descrivere Desdelalma in una parola direi che è uno spettacolo per innamorati della vita.
concezione e coreografia
Mariachiara Michieli
musica
Arolas, Troilo, Mora, De Caro, Laurenz
arrangiamenti per solo bandoneón
César Stroscio, Maximo Mori
scene, luci e costumi
Mariachiara Michieli e Marco Castellani
per quattro danzatori
bandoneón solo
César Stroscio
debutto
Teatro Comunale Subasio, Spello 2002
teatri principali
Teatro Astra, San Donà
Teatro Don Bosco, Padova
Teatro Greco, Roma
Festival St. Germain L'Herm, Francia
dalla stampa
A un anno di distanza dallo strepitoso Cuatro Noches che aveva incantato il pubblico dell’Auditorium S. Domenico di Foligno per la Fondazione Umbria Spettacolo, ritorna in regione la Nueva Compañia Tangueros di Mariachiara Michieli. E questa volta con uno spettacolo cesellato opportunamente per quel gioiellino del Teatro Subasio di Spello che viene spesso definito “il più piccolo teatro all’italiana del mondo”. La nuova creazione si chiama Desdelalma (come il celebre valzer di Rosita Melo) - Piccoli pas de deux e un bandoneón. Il tango ha ormai preso piede in Italia, ma oserei dire anche nel mondo, anche grazie al lavoro di questa compagnia che tra tutte le altre si distingue per originalità e rigore. Grande è quindi l’attesa dei duecento spettatori, tale è la capienza del teatro, che gremiscono la sala settecentesca. Ci si chiede come si possa ballare il tango su un palcoscenico così piccino e per di più in pendenza. Il sipario si apre nella completa oscurità che favorisce la concentrazione e l’immersione in sé stessi. Si sente un respiro amplificato, un soffio un po’ roco e sibilante provocato dal mantice del bandoneón che si apre e si chiude. Si intravedono, ritagliate da un fioco controluce, due coppie di ballerini che avanzano abbracciati. Il fruscio dei loro piedi si mescola al respiro del bandoneón e al fiato sospeso degli spettatori. A poco a poco il respiro si trasforma in una musica ammaliante e malinconica: la magia del tango è entrata finalmente in azione, si impossessa del pubblico e non lo lascerà più per tutta la durata dello spettacolo. I pezzi ballati si alternano a quelli musicali. César Stroscio, a ragione definito da Le Monde il poeta del bandoneón, strega la platea con una gamma infinita di colori e suoni. Il suo è un virtuosismo sommesso, quasi sottovoce, ma che a tratti si dispiega in tutta la sua potenza. Le coreografie si sgranano come perle di una collana. Lo sfondo è sempre scuro, un tubino nero su cui risaltano meglio i singoli gioielli. Assomiglia davvero, questo Desdelalma, a una sfilata di alta moda, come dicono le note di regia. Coreografie di gran classe tagliate su misura sui bravissimi ballerini, leggeri valzer come gonne primaverili, spumeggianti milonghe da struscio domenicale. Anche il drammatico tango viene indossato con disinvoltura, prima regola dell’eleganza. Il pubblico applaude a non finire. Il tango può essere anche questo, se si è toccati dalla grazia.
Il Messaggero - 2002