cuatro noches
con questa musica rauca, velata
la cosa che è nascosta dentro il mondo
rischia la vita
Umberto Fiori
Cuatro
Noches
El andariego - Berretìn - Gotàn - El puchero misterioso
Cuatro Noches
è composto da quattro quadri coreografici dedicati ad altrettanti club, reali o di fantasia, nella tempestosa Buenos Aires degli anni '60, quando tutto cambiava velocemente, persino una musica così conficcata nella tradizione come il tango. Quei locali erano rifugio, covo, nido e laboratorio per i nuovi contenuti che la più ammazzata delle generazioni argentine cercava di mettere anche nella musica e nella poesia. Erano giovani che sperimentavano nuovi modi di stare insieme, di guardarsi teneramente, di innamorarsi. Nel frattempo, per strada, stavano già girando i carri armati.
El Andariego
è un club di fantasia il cui nome allude al vagabondare, al tentativo di perdersi nella ricerca di un altrove. Il quadro rappresenta la tensione verso un cambiamento che è molto desiderato, ma non ancora possibile. E' tango romantico, ballato a terra, trattenuto, come lo era il nascente impeto di quei giovani ribelli. Le musiche le ho scelte nel repertorio di Pugliese, tra quelle che più hanno marcato l'evoluzione del tango sul finire dell'epoca d'oro.
creazione e coreografia
Mariachiara Michieli
regia
Mariachiara Michieli e Marco Castellani
musica
Osvaldo Pugliese e Astor Piazzolla
luci
Chris Young
scene
Mariachiara Michieli e Marco Castellani
costumi
Felicina Dalle Piaggie
per otto danzatori
musicisti
Sexteto Canyengue
debutto
Teatro Ciak, Milano 1999
teatri principali
Festival de Marseille
Staatsoper Festival, Zurigo
Théâtre du Passage, Neuchatel
Teatro Fraschini, Pavia
Teatro Zandonai, Rovereto
Teatro Regio, Parma
Teatro Greco, Siracusa
Teatro dei Rozzi, Siena
Teatro Cinema, Chiasso
Auditorium Santa Chiara, Trento
Bassano Opera Festival
Teatro Donizetti, Bergamo
Teatro Toniolo, Mestre
Teatro Masini, Faenza
Festival Addadanza
Vignale Danza
Festiva Mundi, Roma
Auditorium S.Domenico, Foligno
Piazza San Carlo, Torino
Teatro Coccia, Novara
Teatro del Vittoriale, Gardone Riviera
Ascona Danza, Svizzera
Teatro Verde, Isola di S. Giorgio Venezia
Berretìn
che in italiano si potrebbe tradurre con cotta, scuffia, sbandata, è un club realmente esistito nelle adiacenze di Corrientes. Deve il suo nome ad uno scanzonato tango di Pedro Laurenz. Ho costruito le coreografie su toni ironici e appassionati come immagino fossero gli innamoramenti di quegli anni di fervore creativo. Le musiche sono giocose e romantiche quattro vals e due milonghe dagli arrangiamenti molto sofisticati.
Gotàn
Se c'è un club che merita di entrare nella leggenda, questo è il Gotàn della calle Talcahuano 360. Nei due anni che rimase aperto intorno al 1965, vi suonarono gli eretici del tango Astor Piazzolla e Eduardo Rovira, gli innovatori della nueva canción argentina Tata Cedrón e César Stroscio e vi recitarono versi fiammeggianti Paco Urondo e Juan Gelman. La coreografia è articolata e corale, con aperture e movimenti di ispirazione contemporanea. La musica è un montaggio di quattro pezzi di Piazzolla. Il buco nero della repressione militare avrebbe di lì a poco imposto una macabra fine a un'intera generazione.
El puchero misterioso
era il nome di un locale frequentato da Raùl Gonzalez Tuñon, diventato in seguito il titolo di una sua poesia. La coreografia marca qui un temporaneo punto d'arrivo del processo di rinnovamento, quando quel che resta del tango romantico confluisce nella bellezza urticante del nuevo tango di Piazzolla. La musica e la danza ora si fronteggiano armate di reciproca consapevolezza.
dalla stampa
Michieli, sacrosanto colpo di giovinezza al tango
Il Festival de Marseille chiude in bellezza in due sere consecutive con uno spettacolo fedele allo spirito della danza sudamericana e allo stesso tempo brillantemente innovativo. Il Festival de Marseille rilancia sempre quando meno te l’aspetti. Il gran finale con lo spettacolo di tango è un appuntamento oramai tradizionale nella Cour de la Vieille Charité. Tradizionale, avete detto? Non avete fatto i conti con il temperamento di Mariachiara Michieli. Una ventata di sconvolgente freschezza, un formidabile viaggio nel paese del tango, pienamente espresso in tutta la sua nobiltà da interpreti eccellenti e rivisitato secondo gli illuminati canoni contemporanei. Il pubblico ha avuto quindi ragione, per due sere consecutive, a decretare il trionfo a queste Cuatro Noches dove si ritrovano tutti i codici del genere seppur decontestualizzati a vantaggio di uno sguardo per nulla convenzionale e liberato. Petto in fuori e capelli impomatati da un lato, vestiti rossi con lo spacco e tacchi a spillo dall’altro, tutto il tango è qui, ma intriso di una morbidezza infinita, con movimenti d’anca e gambe in grand jeté, come se fossero prive di articolazioni. Pas de deux e coreografie d’ensemble evitano la monotonia degli abbracci standardizzati giocando anche la carta del distacco e dell’ironia. L’orchestra è della partita con le sue esecuzioni sfrenate, anche nelle incursioni nel repertorio classico. Dopo l’intervallo, all’inizio della seconda parte, il colpo di grazia e l’incantesimo di un approccio contemporaneo ispiratissimo, con i ballerini che volteggiano in scarpine da danza! Un regalo davvero indimenticabile.
Patrick Merle, La Provence - 2001
Quattro notti (indimenticabili) con il tango argentino
Cosi, dopo aver ricevuto in eredità e ben assimilato i crismi di una tradizione più che centenaria, con un radicale colpo di coda ecco la Michieli inaugurare una vera rivoluzione ai modi, alla sostanza, ai tempi, alle luci e ai colori del tango. Un saggio incisivo di questa bella "rivoluzione italiana nel tango" è in questa proposta che rivisita, in quattro notti appunto, atmosfere, tempi e anime del tango, legate ad altrettanti locali di Buenos Aires.
Al primo impatto lo sguardo è quello tradizionale: fondo nero che avvolge i musicisti, con la colonna sonora che snocciola grani di malinconia e dolci struggimenti, mentre i ballerini sono esaltati da coni di luce. Ma è l'assenza di ogni fronzolo a colpire. Soprattutto vola nei passi un'aria di libertà, un'energia che, pur tutta interiore e con forti radici nel passato e nella tradizione, guarda decisamente avanti. Sono davvero insoliti certi stacchi, certe entrate, gli accompagnamenti. Si alzano in alto, molto in alto le sforbiciate delle ballerine, ma anche dei danzatori. I quali si ritrovano ad agire non più solo come assi portanti del movimento, ma vengono sottoposti a un trattamento uguale a quello cui si assoggettano tradizionalmente le donne. Dunque non sono più solo porteur, ma a loro volta vessilli agitati dalla danza, parti gemelle di una stessa unita. Entusiasmante è, nella terza parte, la danza a piedi liberi, senza le costrizioni imposte da tacchi a spillo o scarpe. È sempre e arditamente tango, che però sembra cercare un possibile incontro con la danza moderna, trovando al posto del connubio, un altro volto di se stesso. L'impatto di questa scelta di rottura è, se vogliamo, un pochino filtrata dall'ultima parte che sembra voler rimettere le cose al solito posto. Ma senza asservimento. E, anzi, con la fiera consapevolezza di aver ormai imboccato una strada i cui possibili sviluppi sono davvero imprevedibili.
Ermanno Romanelli, Corriere dell'Umbria - 2001
Tango elegante e sobrio
Quattro milonghe di Buenos Aires, nessuna traccia del folklore kitsch di tanti show argentini
È il tango più elegante e sofisticato che ci sia quello della Nueva Compañia Tangueros che torna al Regio di Parma dopo quattro anni. Cuatro Noches è la sua ultima creazione, un'ulteriore evoluzione rispetto agli spettacoli precedenti. La successione danzata è divisa in quattro parti a rievocare altrettante milonghe celebri nella Buenos Aires degli anni sessanta.
Il tango che si danza nel primo quadro El Andariego, è romantico e delicato, intessuto di piccoli passi che ricamano segni e si intrecciano fra loro, solcati dagli aerei voli delle ragazze. Ed è questo un elemento nuovo del percorso coreografico di Mariachiara Michieli: maggior velocità, acrobatismo e prese aeree, senza perdere mai tuttavia la seducente compostezza del tango originale. La seconda milonga evocata, Berretìn, si lega a un tango più giocoso e leggero, dai timbri musicali e dalle sfumature coreografiche del vals criollo. Mirabile anche questa volta la tessitura coreografica. Nel ricordo di Gotàn, Mariachiara costruisce invece un tango collettivo e in forma di danza contemporanea, virato di melodrammatica disperazione, dove le coppie si sciolgono e si intersecano. Il ritorno al tango tradizionale ne El Puchero Misterioso riprende con eleganza fascinosa i topoi della danza argentina. Ma senza nessuna traccia del folklore un po' kitsch di tanti show argentini: qui c'è solo la danza, elegante, sobria e bellissima, alla quale il pubblico risponde conquistato con applausi infiniti.
Valentina Bonelli, Gazzetta di Parma - 2001
Nueva Compañia Tangueros: un vento di seduzione
Uno spettacolo condotto con un'eleganza e una misura davvero inusitati, quasi le vie della passione cercassero un'espressività radente, misteriosa, volutamente sotterranea e segreta, fatta di allusioni, cenni morbidi e leggeri, riverberi luminescenti, di anime melanconiche e inquiete. Accompagnata ed esaltata dal Sexteto Canyengue, la Compagnia ha scoperto le sue carte in progressione, rivelando tra le pieghe di una maschera ricca di chiaroscuri e dolci struggimenti, una tecnica rigorosa, elegante, attraversata da un'energia fresca e originalissima. Il tango della tradizione è al contempo vicino e lontanissimo. Nelle coreografie di Mariachiara Michieli, veneta d'origine ma oramai argentina nell'anima, c'è infatti un vento nuovo. Modi, tempi, sostanza e colori hanno qui scansioni morbide e sfumate. I ballerini si muovono con delicata scioltezza, distanti da ingessature formali, con una libertà che innesta un'atmosfera davvero insolita nelle traiettorie di una danza che pure conserva intatte le radici del suo canto antico.
Maurizia Veladiano, Il Giornale di Vicenza - 2001
Tango senza eccessi
Un viaggio tra poesia e sensulità
Cosa sarebbe successo al tango se non avesse vissuto decenni d'impoverimento? Quale sarebbe stata una sua possibile evoluzione? Da queste domande inizia il viaggio poetico di Quattro Notti, spettacolo di Mariachiara Michieli e Marco Castellani, che ha chiuso in bellezza InDanza. La danza filtra sensualità e sentimento. Niente eccessi figurati. Le quattro coppie di danzatori sfilano davanti all'orchestra con posture essenziali, lontane da quella spettacolarità spicciola che ha contaminato le ultime interpretazioni del tango. Languore e sentimento, energia e tensione: tutti i paradossi che nutrono il mistero di questo ballo sono stati riscritti, per la scena, da Mariachiara Michieli. I suoi passi complessi ci regalano una geografia di suggestioni: timbri malinconici, struggenti nostalgie e tensioni rubate. E l'effetto finale ha decisamente convinto i presenti, i quali, a loro volta, sono stati immortalati in foto ricordo dai componenti della Nueva Compañia Tangueros di Buenos Aires in un allegro happy end.
Elena Franceschini, Alto Adige - 1999
Tango, l'anima argentina
La Nueva Compañia Tangueros applauditissima a Bassano
Non sono mancati agli spettatori il cielo e le stelle del teatro all'aperto Cimberle Ferrari per lo spettacolo Cuatro Noches perchè il chiuso del Teatro Astra di Bassano ha offerto giusta complicità ai ballerini nel ricreare l'atmosfera dei locali argentini, in cui il tango è stato ed è vero protagonista. La Nueva Compañia Tangueros ha incantato i presenti in totale coinvolgimento. Lo spettacolo di Mariachiara Michieli e Marco Castellani si snoda così in perfetta naturalezza. I ballerini si alternano sul palcoscenico scendendo dalla scala a vista, avvolti e sorpresi da controluci, scivolando stretti in figure eleganti o arrestandosi in armoniche pose. Le quattro sezioni coreografiche riportano agli anni sessanta, ai quattro night club più famosi di Buenos Aires, in uno spettacolo fatto di melodrammi senza trama e senza scene in cui c'è spazio anche per la poesia e i sentimenti, "recitati" nei vals e nelle milonghe nelle coreografie appassionate e ironiche di Mariachiara Michieli. E solo nel finale gli interpreti sembrano tornare alla realtà che li circonda, quando si presentano alla ribalta per il saluto che ne scopre totalmente volti e sorrisi, accolti dal lungo applauso del pubblico che gremiva il teatro in ogni ordine di posti. Un'altra serata da non dimenticare all'Opera Estate Festival.
Elide Bellotti, Il Giornale di Vicenza - 1999